Le Rocche del Crasto sono una delle
attrattive più belle del piccolo comune nebroideo. Il massiccio sovrasta
la valle del Fitalia ed è spesso innevato durante i mesi invernali. La
composizione rocciosa di natura calcarea risale all’era mesozoica, una
particolarità all’interno del tessuto montuoso siciliano. Questi
rilievi, infatti, si differenziano rispetto a quelli delle Madonie, dei
Sicani, dei monti del palermitano e a quelli del trapanesi. I calcari di
queste rocce sono un mistero e un anomalia per tutti i geologi. Oggi
sono il rifugio naturale dell’aquila reale e del grifone, reintrodotto
di recente all’interno del Parco dopo la sua estinzione. Il nome del
monte è ancora oggetto di tesi diverse e contrapposte. Alcuni studiosi
ipotizzano origini sicane, altri sicule o greche, una risoluzione
unilaterale è ancora lontana. Ma la storia millenaria delle rocche è
testimoniata dai resti di un’ antica fortezza, una torre di
avvistamento, simbolo di un insediamento del VI secolo dopo Cristo.
Natura e cultura si fondono in un sito che può essere visitato
percorrendo una stradina che parte da Portella Gazzana, nonostante la
strada sia sterrata. Tragitto alternativo per gli appassionati di
trekking passa attraverso la contrada comunale di Filipelli, che può
essere raggiunta in macchina. A nord della piccola frazione si dirama
una strada che condurrà in località Migghino, uno dei posti più belli
delle Rocche del Crasto, teatro d’estate di diverse manifestazioni. Da
lì è possibile vedere il mare e il profilo delle isole Eolie.
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